Clitunno

by Romina Menichelli

In Umbria esiste un luogo incantevole che ha origini naturali e magiche, narrato da numerosi poeti e scrittori.

Stiamo parlando della storia di un fiume oggi piccolissimo, ma addirittura navigabile in epoche antiche e con una diffusa notorietà: il Clitunno. Si narra che le sue fonti fossero sacre ai Romani e ospitassero il Dio Giove (Clitunno in Umbria), venerato in occasione dei Clitunnali primaverili, feste con spettacoli teatrali in suo onore.

Le Fonti sono attualmente costituite da un parco acquatico molto suggestivo, con laghetti, pesci, anatre, cigni e salici piangenti, che nel fine settimana ospita piacevoli passeggiate.

L’attuale conformazione del parco risale alla seconda metà del XIX secolo, quando il Conte Spina eseguì lavori di manutenzione dell’area, creando i laghetti e i percorsi pedonali.

In origine il fiume Clitunno era navigabile ed era costeggiato da fastose ville; il radicale cambiamento della sua conformazione naturale sembra sia avvenuto a causa di violenti terremoti che hanno provocato la dispersione delle vene e il ridimensionamento della portata del fiume. Plinio il Giovane, in una epistola destinata ad un amico, narra del fiume sacro, della sua navigabilità e delle sue meraviglie.

Le Fonti del Clitunno sono così affascinanti da aver ispirato molti scrittori che ne hanno narrato la bellezza e il senso magico che le contraddistingue.

Virgilio nelle Georgiche racconta: "Da qui, o Clitunno, le bianche greggi e il toro, miglior sacrificio, cosparsi del tuo fiume sacro, spesso portano i trionfi Romani al tempio degli dei". (II, 146-148)

George Byron le cita nel Child Harold’s Pilgrimage: “Ma tu, o Clitunno! dalla tua dolcissima onda del più lucente cristallo che mai abbia offerto rifugio a ninfa fluviale, per guardarvi dentro e bagnare le sue membra ove nulla le nascondeva, tu innalzi le tue rive erbose lungo le quali pascola il giovenco bianco come il latte; o tu - il più puro Dio di acque miti, e il più sereno d'aspetto, e il più limpido, invero la tua corrente non fu profanata da carneficine - specchio e vasca per le più giovani figlie della Bellezza!” (LXVI, IV Canto).

Giosuè Carducci nel 1876 scrisse le Odi Barbare, una delle quali dedicata proprio alle Fonti del Clitunno: "Salve, Umbria verde, e tu del puro fonte nume Clitumno! Sento in cuor l’antica patria e aleggiarmi su l’accesa fronte gl’itali iddii."

La magnifica natura di questo luogo ospita un tesoro di età longobarda. Il Tempietto sul Clitunno è un piccolo edificio di culto cristiano, costruito con resti di elementi di età romana, integrati con manufatti originali. L'edificio ha la forma di un tempietto classico con colonne corinzie, all'interno si trovano sculture in rilievo e affreschi di tema cristiano. Ritenuto inizialmente un sacello romano, il tempio è stato oggetto di numerose controversie sulla sua origine, proprio a causa della presenza di elementi di varie epoche.

È considerato tra i più interessanti monumenti dell'Umbria e tra i sette gioielli dell'arte e dell'architettura longobarda in Italia, inseriti di recente tra i Patrimoni Mondiali dell'UNESCO.

Tempietto

photo credit: Wikipedia.it

Source of the Clitunno

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Romina Menichelli is a contributing writer for Italian Portland. She lives & writes in bella Italia.