L’olio extra vergine di Oliva

by Romina Menichelli

Se oggi dovessimo pensare al Re della cucina italiana, ci verrebbe sicuramente in mente lui, l’olio extra vergine di oliva.

L’olio ha una storia molto antica e altalenante, è passato da avere una grande fama, ad essere considerato un prodotto di scarto, fino a diventare, in tempi più recenti, un successo mondiale.


Storicamente si risale al 4.000 a.c. in India e Palestina, dove l’olio era utilizzato principalmente per la cura della pelle e scopi medicali.

Successivamente, prima i Greci e poi i Romani permisero la sua diffusione attraverso una rete capillare di coltivazioni e introdussero il pagamento dei tributi sotto forma di olio di oliva. I Romani provvidero anche a classificare l’olio in base al metodo di spremitura, ma solo intorno al ‘700, l’olio venne classificato in base alla tipologia di pianta e frutto e all’origine geografica. In America l’olio d’oliva ebbe successo a partire dall ‘800.


Dopo una costante diffusione, quello che venne definito l’oro giallo, perse la sua notorietà nel periodo del boom economico, quando furono privilegiati i grassi animali considerati un bene di lusso e, di conseguenza, da valorizzare.


La cucina mediterranea ha consentito all’olio extravergine di oliva di diventare protagonista della tavola italiana e di tutto il mondo.


Molte sono le tradizioni legate all’utilizzo dell’olio d’oliva nelle varie epoche, gli atleti olimpici, ad esempio lo utilizzavano come unguento prezioso, gli spartani proteggevano le anime dei defunti con i ramoscelli di ulivo e i sacerdoti babilonesi lo utilizzavano per la predizione del futuro.


Secondo la leggenda, Romolo e Remo, fondatori di Roma, nacquero proprio sotto una pianta di ulivo.


E quale è il modo migliore per assaporare l’olio extravergine di oliva?

Prendete del pane sciapo (non salato), tagliatene una bella fetta e cospargete di olio.


Olio con sapiente arte spremuto

Dal puro frutto degli annosi olivi,

Che cantan -pace! -in lor linguaggio muto

Degli umbri colli pei solenti clivi,

Chiaro assai più liquido cristallo,

Fragrante quale oriental unguento,

Puro come la fè che nel metallo

Concavo t’arde sull’altar d’argento,

Le tue rare virtù non furo ignote

Alle mense d’Orazio e di Varrone

Che non sdegnàr cantarti in loro note…

(Gabriele D’Annunzio)

photo credit: Romina Menichelli

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Romina Menichelli is a contributing writer for Italian Portland. She lives & writes in bella Italia.